C’è un olivastro piegato dal vento all’origine della pittura di Fabrizio Corsi, ci sono i paesaggi aspri e assolati dellaSardegna resi con immediatezza di percezione e tensione coloristica di luci e di ombre. Una pittura immediata e spontanea.

Poi la tecnica si affina e si fa più meditata nelle sfumature degli acquarelli e degli olii, che trasmettono un modo di sentire dove le emozioni sono dominate e filtrate dagli stati d’animo e dai sentimenti del pittore. Ci sono delle marine dagli orizzonti soffusi sui quali si stagliano le sagome scure delle barche. Ci sono le vedute dei paesaggi cari alla sua vita presente e alla sua memoria colti nel variare della luce nella giornata e nelle stagioni.

Sono lontani gli anni in cui Fabrizio Corsi si presentava come autodidatta, quasi a scusarsi della verità della sua pittura. Forse non c’è alle spalle cultura accademica, ma si vede chiaramente un percorso che ha progressivamente acquisito consapevolezza dei modi espressivi e delle tecniche ben testimoniato dalla produzione più recente dove i paesaggi maremmani, certamente consapevoli della lezione impressionista e della tradizione macchiaiola, acquistano luci e trasparenze di luoghi ricordati e sognati, depositati nella memoria e riscoperti continuamente in giochi di luci e di colori che ben trasmettono le emozioni dell’autore.

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